Perché

Esiste un “perché” a ciò che ci accade?



  1. Esiste un “perché” agli eventi che ci accadono nella vita?
  2. Arrivano davvero al momento giusto?
  3. Ci accadono solo le cose che siamo effettivamente in grado di affrontare e superare?

Sono domande che molti fra noi si pongono.

Ognuno si da una risposta, cerca quelle degli altri, si confronta, ma alla fine qualche dubbio rimane sempre.

Quindi, che anche dopo aver letto quanto scritto qui, qualche dubbio rimarrà.

Forse, e me lo auguro, potranno esserci spunti di riflessione nuovi.

Personalmente sono del parere che ogni cosa che accade può avere un significato e un valore.

E, in effetti, l’ho sempre trovato, per le cose che mi sono accadute.

A mio avviso una domanda migliore di quella formulata all’inizio, può essere la seguente:

“Il significato è nell’evento o sono io che glielo do?”


Gli eventi che accadono e il loro perché.

La questione intimamente connessa a tutte queste domande è se si ritiene che le esperienze siano un derivato del Karma, oppure se siano eventi casuali.

Se desideri approfondire questo argomento, puoi leggere qui: Guida al senso della vita 1: il Karma

Poiché questa è una di quelle domande senza una risposta certificabile, personalmente, guardo alla cosa da una prospettiva più pragmatica.

Credo che, indipendentemente da questa questione indirimibile, sia utile “trovare” delle ragioni per ciò che ci accade, perché è qualcosa che ci aiuta a mettere ordine e a orientare la nostra vita.

Aiuta a darle un senso “qui-ed-ora”, e a raggiungere gli obiettivi desiderati.

E aiuta anche a risolvere le questioni irrisolte che ci ostacolano e magari ci bloccano in comportamenti controproducenti.

Dare un senso a ciò che accade, costruisce una vita piena di significato e di valore.

Non conviene dimenticare, infatti, che anche la mente contribuisce a creare la nostra realtà.

Se desideri approfondire questo argomento, puoi leggere qui La Mente crea la Realtà

Se anche siamo Spiriti incarnati, non credo che siamo in grado, da qui, con la nostra panoramica mentale, di comprendere a fondo gli eventuali significati spirituali di ciò che ci accade.

Per lo Spirito, inoltre, “tutto è perfetto così com’è.

Se lo desideri su questo argomento ho scritto questo: Spirito e Anima: quali differenze?

Ciò che ci occorre è trovare un significato che sia coerente con noi stessi e le nostre scelte, e che ci aiuti a vivere, qui e adesso.

Il resto, il significato più mistico, lo riserverei per dopo, quando saremo tornati a casa…se crediamo in questo.

Se può interessarti questo argomento, puoi leggere qui: Guida al senso della vita 2: l’incarnazione


Una domanda “scottante”

“Ci accadono solo le cose che siamo effettivamente in grado di affrontare e superare?”

Ogni cosa che avviene è contemplata nel tutto.

Bert Hellinger ritiene che per questo motivo, qualunque cosa capita è perfetta così com’è.

Non solo, possiamo affrontarla, ma non va messa in discussione rispetto al nostro cammino, perché ci appartiene comunque.

Alcune altre ipotesi al riguardo

Chi fa viaggi astrali, come per es. i coniugi Givaudan, ritiene che le cose che ci capitano sono comunque destinate a noi, anche se fuori programma.

Quindi siamo in grado di affrontarle e risolverle.

Altri ancora, affermano che in realtà tutte le esperienze che ci capitano sono state decise in anticipo, sono nostre e rappresentano esattamente il nostro percorso evolutivo, definito Karma.

Se vuoi approfondire, puoi leggere anche questo articolo: Guida al senso della vita 3: l’Anima

Io ritengo che, se qualcosa è contemplata nel tutto, è comunque già prevista, e che noi si sia effettivamente in grado di superarla, può dipendere anche da ciò pensiamo al riguardo.

Se si è convinti che in qualche modo ce la si fa in ogni caso,  allora, sarà così, se non lo si crede davvero, allora si potranno avere delle difficoltà.

“Che tu creda di farcela o di non farcela, hai comunque ragione”. (H.Ford)



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Il “Perché” che ci assilla

Gli eventi che ci accadono, hanno dei significati precisi, o si tratta solo di fortuna/sfortuna?

Personalmente, ho sempre rifiutato l’idea di essere “sfigata”, per due ragioni:

  1. E’ un tipo di stigmatizzazione che non da speranza e toglie la libertà;
  2. Ho sempre “sentito” dentro di me altre verità, più profonde e più vere, anche se più complicate.

Rimane da capire quali sono questi perché, e come fare per comprenderlo.

A questo riguardo, i miei studi di psicologia, mi sono stati estremamente utili.

La psicologia aiuta molto a mettere ordine, a capire e a dare i giusti significati a tantissime cose.

E’ pur vero che io ho sentito la necessità, per ragioni molto personali, di andare anche un po’ oltre alla psicologia, accogliendo insegnamenti più “spirituali” – non saprei come altro definirli.


Facciamo qualche esempio.

Mi è successo di aiutare alcune persone a trovare tali ragioni. 

Una di queste, mi ha raccontato che le erano entrati i ladri in casa.

Quella in questione, è una persona che evita di affrontare le sue paure, e mantiene una certa distanza dalle emozioni, per paura di soffrire troppo.

In questo caso, questa esperienza mette a rischio proprio il luogo che dovrebbe essere quello più rassicurante.

Un messaggio potrebbe essere che era arrivato il momento di cominciare ad affrontare le paure e le emozioni, in un modo nuovo.

Un altro significato è di mettere in luce il modo in cui lei stessa si deruba, privandosi di tante esperienze che non tenta neppure, perché ne ha paura.

Il suo chiudersi a molti aspetti della vita, per paura, è il maggior “furto” che subisce, ed è lei stessa a procurarselo.

La paura è una grande produttrice di eventi scottanti, così come il vissuto della colpa.

Fomentare questi sentimenti:

  • odiare, giudicare e disprezzare chi ruba;
  • sentirsi continuamente derubato;
  • privandosi da soli delle cose, come per esempio autostima, amore e rispetto;

può rappresentare un ritorno di energia negativa, in grado di attirare aventi come una visita così dolorosa, com’è quella dei ladri in casa.


Ecco un altro esempio.

Conosco più persone che vengono trattate come zerbini.

 E’ evidente che bisogna ricercare nella propria storia famigliare da chi ci siamo sentiti trattati allo stesso modo.

Ci sono molto risvolti psicologici nell’essere una “vittima” dei maltrattamenti altrui.

Spesso, nelle famiglie, c’è una persona che prende su di sé il ruolo del capro espiatorio, liberando gli altri membri della famiglia dalle loro colpe.

E’ possibile che, in questi casi, ci siano degli ordini violati, che ci sia una con-fusione di ruoli e di destini, che diventa molto funzionale all’equilibrio della famiglia.

Ma diventa anche molto dannosa per quella persona sulla quale grava la responsabilità di mantenere un equilibrio, che se non sarebbe lei a dover mantenere.

Questo è ciò che accade al capro espiatorio: paga lui per tutti, anche se è l’unico innocente.

Ma, è importante chiedersi cosa è necessario imparare per riuscire ad andare oltre questo limite relazionale.

E’ molto probabile che sia la persona stessa ad avere una scarsa considerazione di sé stessa.

Serve un cambiamento verso un maggiore amore per sé stessi, come si può ben comprendere.

Tutte le volte che incontriamo esperienze dolorose, “la vita” ci sta dando la possibilità di scoprire qual’è l’origine di queste esperienze.

In tal modo, potremo cominciare a risolverle, o testare a che punto siamo del processo risolutivo.


Concludendo…

…le ragioni che stanno dietro gli eventi, anche se non possono essere dimostrate scientificamente o materialmente, possono, e, secondo me, dovrebbero, essere trovate.

Anche se non sono ragioni mistiche e spirituali, che ci informano sul nostro “destino”.

Sempre ammesso, e non concesso che, ne esista uno.

Non è necessario che si sia convinti dell’esistenza del Karma e della reincarnazione, per credere che ci sono delle ragioni per ciò che accade.



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