Questo è il terzo capitolo che riguarda l’argomento “Guida al senso della vita” con riguardo particolare all’Anima, ovvero al rapporto che si può trovare tra la scelta di incarnarsi e i bisogni dell’Anima.
Se vuoi trovi qui gli altri articoli sul tema:
Guida al senso della vita 1: il Karma
Guida al senso della vita 2: l’incarnazione
Come primo passo cerchiamo di comprendere quali sono alcune delle leggi dell’Anima alle quali siamo soggetti.
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Le leggi dell’Anima
L’Anima è il luogo in cui si creano i legami, che diventano importanti sulla Terra, non nel mondo dello Spirito.
I legami sono solo Terreni.
Nel corso di una vita, compiamo scelte, mettiamo in atto comportamenti, percorriamo strade e prendiamo decisioni che, in un modo o in un altro influiscono sulla vita di altre persone.
Possiamo come no essere consapevoli dei risvolti e delle conseguenze dei nostri atti, ma, a seconda dell’impatto che questi hanno sulle altre persone, nell’Anima si creano legami più o meno forti.
L’Anima reagisce a questi legami, esprimendo il suo bisogno di equilibrio e di armonia.
Se tali condizioni di equilibrio e di armonia, vengono compromessi, l’Anima prova un istintivo bisogno di ripristinarli.
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I possibili perché dell’Anima
Questo ripristino può e dovrebbe essere raggiunto nell’ambito della stessa esistenza nella quale lo squilibrio è stato generato.
Ma, o alcune persone non si assumono la responsabilità delle conseguenze delle proprie azioni, o non se ne rendono conto.
In questi casi, l’Anima è costretta a vivere nella disarmonia e nello squilibrio.
Tali squilibri, creano legami nell’Anima tra le persone coinvolte, e, come tutti i legami, andrebbero riconosciuti e onorati.
Per questa ragione è molto importante assumersi le proprie responsabilità nei confronti degli altri e dei propri errori.
Quando questo non viene fatto, non è possibile ricreare l’equilibrio, e nell’Anima delle persone coinvolte, resta una condizione di irresolutezza e di sofferenza.
Questa condizione è deleteria per la persona, che inizia a sviluppare malattia, nel corpo, nella mente e nella vita, la quale è tanto maggiore quanto maggiore è lo squilibrio subito, sia nel bene che nel male.
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L’origine della disarmonia.
Quando una persona fa del male ad un’altra, e non vuole o non riesce a riconoscerlo e a porvi rimedio, si genera squilibrio.
Ma anche quando una persona fa del “bene” ad un’altra, e non permette a quest’ultima di ricambiare il bene ricevuto, genera uno squilibrio, avvertito anche questo nell’Anima.
Se una persona pretende solo di dare agli altri, ma non permette né a sé stessa di ricevere, né agli altri di restituire, compie un torto.
Sostanzialmente, rifiuta l’altro e il suo “amore”, volendo avere il pieno controllo nella relazione; dunque manipola, generando uno squilibrio.
Gli squilibri sono sempre presenti nella vita sulla Terra, e sono di maggiore o minore gravità, ed è per questo che è così difficile vivere nell’armonia e nel benessere in questo Mondo.
Quando accettiamo di incarnarci, sappiamo già che parteciperemo ad un’Anima Famigliare che ha già subito diversi squilibri.
E sappiamo anche che ne subiremo altri a titolo personale e collettivo.
E’ compreso nel prezzo dello stare in questo Mondo.
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L’Anima e le incarnazioni
E’ poco probabile che tali eventi possano avere una qualche ripercussione sulle successive incarnazioni, a meno di eccezioni.
Il “male” compiuto nella vita terrena, viene solitamente compreso nel momento in cui, una volta disincarnati, si può riesaminare la propria vita e comprenderne tutte le implicazioni.
Non è necessario tornare e rivivere le stesse sofferenze che si erano procurate nell’esistenza precedente, a meno che questa lezione non abbia un valore realmente collettivo.
Ci saranno anche i casi in cui si torna per “rimediare” o riaggiustare” alcune cose, o in cui si desidera sperimentare qualche esperienza particolare, ma sono decisioni che vengono prese in relazione alla loro effettiva utilità per il gruppo famigliare e per l’intera Umanità.
Bisogna considerare che, quando ci si reincarna, si torna all’interno di una Famiglia di Anime.
Il Karma di ognuno, viene rappresentato sia dagli eventi di quella famiglia, che dalle relazioni al suo interno.
Non tutti i membri della famiglia, però, rispettano i propri obblighi karmici, e a volte, caricano altri individui all’interno della famiglia di tutta la responsabilità.
Per cui, alcuni comprendono e imparano quanto era stato deciso, altri non solo non vogliono comprendere e imparare, ma delegano, creando il capro espiatorio.
Accade spesso, così, che alcuni membri di una famiglia, vengano “sovraccaricati” di karma e altri si defilino.
Come mai ci riescano, è dovuto principalmente, alla forza e al potere che tali persone hanno all’interno del gruppo famigliare, che vengono usati in modo opposto al dovuto.
Tale forza e tale potere sono relativi al posto che occupano (padre, madre, fratelli, zii, ecc.), e al grado di patologia che hanno.
Infatti, solitamente, all’interno di una famiglia o di un gruppo è proprio la persona più patologica che esercita il maggior condizionamento su tutti gli altri.
In tal modo, colui che lavora su sé stesso e assolve al suo compito karmico, viene spesso emarginato perché mette in pericolo l’equilibrio patologico su cui l’intera famiglia e/o gruppo si regge.
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L’Anima e i suoi bisogni
L’Anima ricerca armonia ed equilibrio.
Il bisogno di equilibrio dell’Anima, non viene sempre soddisfatto in questa incarnazione terrena.
Se si riesce, però, a rendersi conto dei propri errori e si tenta di porvi rimedio, anche solo con un sincero desiderio, si compie un atto estremamente positivo, per sé stessi e per l’altro.
Gli squilibri presenti nell’Anima Famigliare, sono probabilmente quelli più sintonici al nostro “Karma” e alla nostra evoluzione personale.
Alcuni si celano dietro malattie ereditarie, altri si esprimono in destini particolari, vite complesse, o dinamiche relazionali particolari.
Come dicevo sopra, è sempre in seno alla famiglia che si dovrebbe risolvere il proprio karma.
Laddove questo non riesce, e mi pare che accada spesso, le esperienze si riproducono all’esterno dell’ambito famigliare, per permettere alla persona di comprendere sempre meglio.
Se avviene quanto segnalato prima, e cioè che gran parte della famiglia non si assume la responsabilità del proprio cambiamento, la persona che cambia e comprende si trova isolata e incastrata in un circolo vizioso.
In effetti diviene abbastanza arduo uscirne, perché comunque il destino di ognuno è condizionato anche dal bisogno dell’intera famiglia di mantenere l’equilibrio.
La comprensione e il cambiamento destabilizzerebbero la famiglia
Quando i membri di una famiglia non comprendono la necessità del loro cambiamento rispetto agli altri membri della famiglia, creano una sorta di gabbia, che può anche rendere vani i tentativi di uscirne.
Si può pensare a tutte le situazioni di destini estremi: vite distrutte, malattie terribili, difficoltà di ogni tipo, ecc.
Per “risolvere” queste situazioni, è sempre dalla che si deve partire.
Tutto è potenzialmente risolvibile, abbiamo in noi le chiavi per aprire le porte che ci serve aprire.
Certo è che tutti devono essere disposti a fare la loro parte.
Come spesso accade, però, anche questa è una di quelle cose semplici, ma per nulla facili! 😉
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Piccola chiosa a margine
Vorrei spendere alcune parole a parte, per parlare di quegli eventi eclatanti, come le persecuzioni di massa: gli Ebrei, i Neri, le Streghe, e altre che hanno costellato, e costellano ancora, la storia dell’uomo.
Mi pare di capire che lo Spirito comprenda la necessità, per far compiere un salto evolutivo all’Umanità, di dedicare una esistenza ad un sacrificio, e che accetti di partecipare, insieme ad un gruppo più o meno grande di Spiriti, ad uno di tali eventi.
Quindi si incarna con questo scopo, accettandone le conseguenze, anche se non è possibile preventivare esattamente come lo Spirito reagirà alla materia, una volta incarnato.
Sia il proprio Spirito che quello dei persecutori.
E le cose possono essere anche molto peggiori di quanto immaginato.
La mia obiezione è, allora, che sembrano sacrifici inutili, dato che l’umanità pare non aver imparato un granché.
Ma la risposta che mi arriva è che comunque sono utili, anche se il cammino è ancora lungo, o almeno lo sembra da qui.
Tengo anche a ribadire che ciò che dico non deve essere vissuto come verità calata dall’alto: non desidero propormi come quella che non sono.
Anche io sono soggetta alle leggi della materia, e, per quanto cerchi di sviluppare al massimo la mia spiritualità, resto umana, confusa e spaventata. 🙂
Ma quanto scrivo è il frutto di ciò che ricevo, sia dalla mia stessa vita e da me stessa, che da “altro”, o, almeno, la sensazione in tal senso è molto forte.
Se vuoi puoi leggere anche: Guida al senso della vita 1: il Karma e Guida al senso della vita 2: l’incarnazione.
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