Che periodo storico assurdo stiamo vivendo: è impossibile non sentire la paura del vivere in questi tempi, ancora più incerti e imprevedibili del solito!
Eccomi qui, dopo una lunghissima pausa dovuta ad un trasloco, che è già complicato in sé, ma, in questo periodo, non ne parliamo proprio!
Il tema che desidero trattare ha naturalmente a che fare con quello che sta accadendo in questi mesi, tra Covid prima e guerra adesso.
Sembra davvero un disastro!
E come se non bastasse, ora si sono aggiunti anche una siccità, sempre più grave, e un caldo innaturale.
Altro? Tè, caffè, me? (celebre frase del film “Donne in carriera”).
E’ come se ci fosse una guerra al rialzo, e non bastasse mai.
Dopo il primo anno di Covid (mi scoccia scriverlo maiuscolo, come se fosse chi sa chi!), io pensavo che le cose potevano anche migliorare, ma…
Col cavolo! Un altro anno di chiusura forzata, i vaccini obbligatori, i disastri meteorologici (o troppo, o troppo poco), e adesso la guerra, con tutte le sue conseguenze.
La Paura di questi giorni
E adesso?
Innanzi tutto, la prima domanda che mi sono posta è PERCHÉ?
Perché sta accadendo tutto questo?
La risposta, almeno per me, è chiara: dobbiamo cambiare; ma come dobbiamo cambiare?
Non si può nemmeno pensare di tornare ai cavalli, e nemmeno di andare tutti e sempre in bicicletta.
Non tutti possono permetterselo, sia per il tipo di lavoro che hanno sia per altre ragioni.
Ma almeno credo che proprio tutti dovremmo rivedere ulteriormente le nostre priorità, imparando davvero a rispettare noi stessi, gli altri esseri viventi e tutto il Pianeta Terra.
La Tim sta lanciando in questi giorni il suo G5…ma, mi chiedo io, se non sappiamo nemmeno se avremo abbastanza acqua per soddisfare i bisogni di elettricità più semplici, durante l’inverno!!!
Senza parlare del riscaldamento, e del cibo stesso!
Credo davvero che questo quasi “post-consumismo” (non saprei proprio come chiamare questo sistema economico), ci stia distruggendo, e anche abbastanza velocemente.
E, in teoria, altrettanto velocemente dovremmo impostare un vero nostro comune cambiamento, almeno verso uno stile di vita che consideri anche l’altro, e non sia più così “individualista”, per non dire di peggio.
Senza gli altri, nessuno di noi può essere, e riuscire a ricreare un nuovo e più evoluto senso di appartenenza, con la comprensione profonda dell’importanza del “noi” e del bene comune, secondo me, è necessario.
La Paura: che fare?
L’altra domanda che mi pongo è: che faccio io? Come gestisco l’ansia, i pensieri, i rapporti con gli altri…insomma, come mi devo comportare?
Ascoltando un audio-libro di Giordano Bruno, ad un certo punto lui cita un pensiero di Norman Vincent Peale:
…Gli ostacoli della vita sono come i pesi che si usano in palestra, ma invece di allenare i muscoli del corpo, servono a fortificare l’Anima…
- Innanzi tutto questo: cerco di trarre il massimo vantaggio possibile da tutto ciò che è faticoso e inquietante, perché forse mi può servire. O, almeno, io credo che sia così. L’Anima ha bisogno di rinforzarsi, per imparare a soffrire il meno possibile.
- Sicuramente lavoro molto col respiro per tenere sotto controllo l’ansia, cosa fondamentale.
- Appena arrivano pensieri che è meglio non pensare, li sostituisco con il mio mantra: “speriamo tutto bene”, all’infinito, o, almeno, fino a quando non mi tranquillizzo. (Faccio una piccola parentesi: trovati il tuo mantra: quella frase, il più breve possibile, che condensi il pensiero che ti fa sentire meglio. Trovalo il prima possibile, e usalo il più spesso possibile).
- Non parteggio per nessuno, all’infuori di me stessa.
Ora mi spiego meglio.
L’importanza del non giudizio
Parteggiare significa accettare il conflitto, la rabbia, la colpa (tutte emozioni dannosissime), invece di tentare di andarne oltre.
Per non prendere parte ad un conflitto, com’è la guerra che stiamo vivendo, per esempio, bisogna non prenderne parte sul serio.
Questo significa che DEVO comprendere che la guerra, qualunque guerra, è sempre e solo dentro di me.
Se esistono guerre nel Mondo, non è perché ci sono delle persone cattive, lì fuori, che sbagliano, ma è perché noi, come Umanità, siamo guerrafondai e ci facciamo guidare dalla paura.
Siamo troppo arrabbiati, pieni di ansia, di stress, facili alle reazioni aggressive, e trattiamo spesso male noi stessi, prima che gli altri.
Se ci ammaliamo tanto, fino continuare ad originare delle pandemie (questa non era mica la prima, lo sappiamo bene), è perché siamo malati dentro, e nessun vaccino ci può proteggere dal male che abbiamo dentro.
Cosa c’entra questo con la paura e i rimedi?
C’entra, perché non è dei casini fuori che ci dobbiamo occupare, ma di quelli che abbiamo dentro.
Su quello che accade fuori non abbiamo controllo e potere, purtroppo, ma su di noi sì.
Se io lavoro con me stessa per non “fare la guerra”, per essere sana, per il mio benessere e il benessere di chi amo, per imparare a gestire la paura, non fermo i casini che accadono fuori, ma almeno, mi godo meglio la mia vita su questa Terra, finché dura.
Parteggiare per sé stessi significa appunto fare queste cose: restare concentrati su di sé e sulle cose che davvero si possono cambiare, per riuscire poi a proiettare anche fuori di sé un tale cambiamento.
Il video che ti propongo qui sotto, ripete questi stessi concetti, per questo ho voluto condividerlo.
Dura circa una mezz’oretta, ma è intenso, piacevole, intelligente e interessante, quindi ti suggerirei di ascoltarlo, se ne hai il tempo.
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