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L’amore di cui sono capaci i bambini, ha due caratteristiche: è incondizionato ed è onnipotente.
Io vorrei distinguere l’amore incondizionato dall’amore onnipotente, perché altrimenti si potrebbe concludere che l’amore incondizionato è un amore onnipotente, e questo non è vero, lo può diventare solo per un errore, per una patologia.
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L’Amore incondizionato
Un bambino ama i suoi genitori in modo assoluto, e continua ad amarli anche se questi si comportano in modi discutibili.
Il bambino continua ad aspettare i suoi genitori.
Aspetta che cambino atteggiamento, aspetta che lo trattino come desidera, aspetta che facciano le cose giuste, aspetta che stiano meglio, aspetta che tornino da lui…
Aspetta, e lo fa davvero per tantissimo tempo.
E perdona sempre, durante questo tempo.
Questo non vuol dire che non capisce che una cosa è sbagliata, ma perdona sempre i suoi genitori e li ama anche se sbagliano e gli fanno del male.
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L’esempio del bimbo di prima (vedi podcast) è molto forte, mi mette una grande angoscia solo a pensarci.
Ma anche nel piccolo, tutti noi abbiamo vissuto alcune esperienze che ci hanno messo nella condizione di aspettare i nostri genitori.
Prima che un bambino smetta di amare i suoi genitori, deve succedere qualcosa di veramente terribile.
L’amore incondizionato prevede la capacità di perdonare, di aspettare, di comprendere, anche se questi non sono sinonimi di accettare.
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L’amore onnipotente
Ma l’amore del bambino, comprende un’altra caratteristica, che è quella dell’onnipotenza, dovuta alla mancanza del senso di realtà, da un lato, e all’amore stesso dall’altro.
Il senso di onnipotenza genera nel bambino il desiderio di sostituirsi ai genitori nel loro dolore, e nella loro vita, al punto di prendere su di sé tutto il male che vede affliggere i suoi genitori.
Questo lo porta ad assumersi ruoli e compiti all’interno della relazione e della sua stessa vita che non gli competono e che sopratutto sono inarrivabili per lui.
Tutti noi quando eravamo piccoli abbiamo fatto questo, più o meno.
Per cui siamo cresciuti recitando almeno in parte un ruolo che non era assegnato a noi.
Naturalmente, con un tale comportamento, si generano scompensi che si deducono dalle vicende successive della vita e dal modo in cui tendiamo a costruire le relazioni con gli altri.
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Che fine fa l’Amore del Bambino
Quell’amore incontra la realtà che gli adulti gli offrono.
Tra gli sbagli dei genitori, magari anche ripetuti, che cominciano a generare sofferenza, e poi gli errori degli insegnanti, in fondo simili a quelli dei genitori e poi quella dei coetanei, che sfogano la loro sofferenza imitando i comportamenti che assorbono in casa, e così via, e quell’amore si nasconde in una parte profonda di noi, e difficilmente torna a farsi sentire.
Accade che si risvegli con l’innamoramento, ma ha una sua durata perché poi cozza con la realtà, e qui, probabilmente è grazie al livello di maturazione affettiva che ognuno ha raggiunto, che può trasformarsi in un sentimento duraturo, oppure precipitare nel vuoto.
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L’Amore dei Bambini è quello che guarisce
Certo, purché sia sfrondato da qualunque senso di onnipotenza, e questo non è sempre immediato.
L’amore incondizionato cura e guarisce: è per questa ragione che è così necessario rendersene conto.
E vorrei anche sfrondare l’amore dalla sdolcinatezza, che non ha nulla a che vedere con l’amore, ma che è solo un comportamento manipolatorio.
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C’è un modo per recuperare quell’amore?
C’è un modo per sentirlo e riviverlo, ma bisogna essere pronti per riceverlo.
Sicuramente le Costellazioni Famigliari ti possono dare questa esperienza, ma, secondo me, bisogna esserne pronti.
E, in ogni caso, anche se riesci a recuperarlo nell’esperienza della Costellazione, poi, il tenerlo in superficie non è così scontato.
Io trovo che coltivare la propria capacità di amare sé stessi, e anche di innamorarsi di sé stessi, senza confondere questo col narcisismo, sia la strada da percorrere.
Quindi la mia ricetta non cambia: conoscersi profondamente, scegliersi e intraprendere il proprio percorso di crescita personale, con la stessa tenacia e perseveranza di quel bambino che aspetta i suoi genitori.
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