Il Gruppo Cura e Guarisce

Il Gruppo come Cura e Guarigione

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Il gruppo può essere uno strumento di cura e di guarigione.

Quando studiavo all’Università, mi hanno insegnato che “ciò che il gruppo ammala, il gruppo guarisce”.

Noi esseri umani siamo animali gruppali, per cui il gruppo sociale è una dimensione naturale, per noi.

Tutti i gruppi ai quali apparteniamo ci influenzano, e da ognuno traiamo energia o la subiamo.

Il “clima” sociale nel quale viviamo, per es. all’interno del paese nel quale abitiamo, ci influenza, a livello energetico, senza che ce ne rendiamo conto.


Il Gruppo può anche ammalare

I vasti gruppi sociali ai quali apparteniamo sono caratterizzati spesso da un’energia più negativa che positiva.

Purtroppo gran parte delle informazioni che riceviamo contengono messaggi aggressivi e violenti.

Anche l’iper informazione dalla quale siamo bombardati risulta invadente ed esasperante.

Viviamo praticamente sempre connessi, on-life, termine di nuovo conio, che indica il quasi totale assorbimento dalla rete e questo toglie la possibilità di avere dei momenti veramente per sé stessi, anche perché c’è spesso, magari inconsapevole, una dipendenza da internet e da tutto ciò che troviamo in rete.

Anche questo comportamento riduce la nostra energia, e ci espone maggiormente al malessere, a volte alle malattie, ci rende più vulnerabili e molto più ansiosi del dovuto.

Ritengo seriamente che ci sia sempre più bisogno di luoghi dove riuscire a ricaricarsi e re-integrarsi.


Il Gruppo che Cura

Lavorare su sé stessi, in un certo modo e ad un certo livello, all’interno di un gruppo, è un modo estremamente potente di rigenerarsi, creando uno scudo energetico.

Ciò di cui parlo è un tipo di gruppo con un’intenzione più relazionale, dove non solo si privilegia la crescita e lo sviluppo del Sé superiore, ma si crea un certo tipo di energia, che deriva dallo scambio profondo reciproco.

Il gruppo ha l’enorme vantaggio di amplificare sia l’energia che gli effetti del lavoro su sé stessi.

Inoltre, può diventare un contenitore e conservatore di tale energia, al quale poter attingere.

Il confronto con l’altro, inoltre, permette sia di non sentirsi soli, sia di distinguersi dagli altri, ritrovandosi dentro di loro o riconoscendo gli altri dentro di sé.

La sensazione è quella di esistere per quello che si è, appartenendo ad un gruppo, ma senza la necessità di rinunciare al proprio vero sé.

Nei gruppi sociali ai quali solitamente si partecipa, c’è sempre una condivisione più o meno parziale di sé.

Spesso, sono maggiori le parti di noi alle quali dobbiamo rinunciare che non quelle che possiamo liberamente esprimere, e spesso c’è un senso di costrizione a dover essere come gli altri ci vogliono.


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Gruppi e Limiti

Magari non tutti avvertono queste catene, che sono anche quelle, però, che assicurano l’appartenenza ad un gruppo sociale, ma molte persone le avvertono e ne soffrono.

La questione è che l’appartenenza è stata omologata alla rinuncia di parti importanti di sé, perché manca a livello di sistema sociale l’attenzione all’apprendimento di stili relazionali e comunicativi più completi, efficaci e soddisfacenti.

Sia la comunicazione che la relazione, sono date per scontate, e non si spende, neanche oggi che è diventato chiaro che sono cose fondamentali e da imparare, nemmeno qualche ora a scuola per cominciare ad insegnarle.

È quindi chiaro che sarebbe evolutivo apprendere il come della comunicazione e della relazione, per lo meno, tutto quello che si è scoperto fino ad ora.

Mancando spesso queste basi, molte persone si trovano a non sapere come fare a esprimere determinati vissuti, a condividere esperienze ed emozioni, e a chiedere ciò che soddisferebbe i bisogni più intimi.


Gruppi e limiti (continua)

Dunque spesso nei gruppi, si rinuncia a questa parte della condivisione e ci si attiene agli standard relazionali, ognuno “recitando” il ruolo che gli è stato assegnato, inconsciamente, dal gruppo stesso.

Forse non lo sai, ma quando partecipiamo ad un gruppo, qualunque esso sia, e a qualunque livello di intimità, noi assumiamo del tutto inconsciamente un ruolo, che ci viene assegnato grazie a quella che definisco comunicazione sotterranea, che caratterizza tutti i gruppi sociali.

Ecco perché, come sicuramente hai notato, tendiamo a cambiare anche molto da quando siamo soli a quando siamo in compagnia.

Anche la presenza di una sola persona può modificare totalmente il nostro stato, sia emotivo che comportamentale.

Ed ecco perché, quando si è parte di un gruppo di persone, si fanno o si dicono cose che normalmente non ci apparterrebbero.

Non siamo liberi di sottrarci a questo ruolo, fino a quando non iniziamo a lavorare su di noi e cominciamo a conoscerci in profondità.


Gruppi e Ruoli

Il tipo di ruolo che ci viene assegnato, poi, riguarda il nostro assetto profondo.

Poiché siamo effettivamente tutti-uno, uniti in modo sotterraneo, come da delle ife come quelle dei funghi, a quel livello, passano tra i diversi inconsci varie informazioni, che non vengono mai elaborate a livello cosciente, a meno che non si inizi a volerlo fare.

Tali informazioni, riguardano le nostre esperienze infantili e i nostri pensieri fondanti, quindi di solito vanno a toccare proprio le parti più focali, sia nel bene che nel male, e le parti che ci vengono assegnate hanno spesso a che fare con tali contenuti.

Questo è il motivo per cui spesso nel luogo di lavoro, per esempio, troviamo persone che assomigliano con i loro comportamenti ai genitori o altre figure molto rappresentative nella nostra vita, e che magari vanno a rigirare il coltello in alcune delle nostre ferite aperte.

Il gruppo è davvero molto potente, tanto nel dare quanto nel prendere, e quando prende, può impedire l’espressone di sé.

La vera felicità, secondo me, ha anche molto a che fare con la possibilità di esprimersi.

Forse non lo sai, ma i problemi ai denti, come carie o altro, sono la conseguenza della mancata espressione piena di sé, della propria femminilità o mascolinità, delle proprie risorse e doti creative, della propria variegata personalità.

D’altra parte, però c’è il bisogno di appartenere ad altre persone e a gruppi, perché ciò da una sensazione di contenimento molto importante.

Purtroppo, però, l’appartenenza è stata spesso trasformata in una sorta di prigione psicologica, di dipendenza, che obbliga alla rinuncia, e dalla quale, secondo me, sarebbe importante riuscire a liberarsi, almeno parzialmente.


Il Gruppo è una Risorsa

Ma partecipare ad un gruppo di un certo tipo, può essere una risorsa notevole per la propria vita.

Durante il mio periodo Pagano, ho scoperto il lavoro all’interno del Cerchio Sacro.

È un rituale, quello di creare uno Spazio Sacro, chiudendo il cerchio, molto particolare e unico, come esperienza.

Mi sentivo così scema all’inizio del mio percorso, a invocare esseri invisibili, di cui non ero nemmeno sicura che esistessero, e a chiudere virtualmente un cerchio, che in realtà non c’era!

Ma l’ho fatto lo stesso, ho invocato gli Spiriti Elementali e ho chiuso il mio cerchio.

D’altronde, volevo provare e capire se fosse davvero una cavolata.

Soprattutto, pensavo che sarebbe stato tutto falso e frutto dell’auto suggestione.

Quando però, mi sono trovata nel cerchio, qualcosa ha cominciato a cambiare; a volte sono accaduti eventi così inattesi, del tutto imprevisti, che ho iniziato a pensare che anche se c’era un’energia di auto suggestione, c’era anche qualcosa di diverso, che non dipendeva più da me.

Se sia l’inconscio che si manifesta, se sia altro di altro genere, in fondo, poco importa, la cosa che conta è che funzioni!

In realtà, anche se può sembrare sciocco all’interno del Cerchio, quando lo chiudi in un determinato modo, succede sempre qualcosa.

E se il cerchio è costituito da persone, diventa ancora più potente.

È davvero un grande contenitore di energia, e vale la pena sfruttare questa risorsa, del tutto gratuita e a nostra perenne disposizione, purché ci si impegni a lavorare in tal senso, ovviamente.

L’intenzione è sempre una qualità fondamentale.


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