Il Karma

Come il Karma influenza la nostra vita.



E’ da molto tempo che mi chiedo cosa sia in realtà il Karma e quanto può influenzare la nostra vita.

Ultimamente mi è capitato di leggere alcune cose interessanti, che mi hanno aiutato a capire un po’ meglio di cosa si tratta e in che modo è utile guardare a lui.


Una nuova definizione di Karma

Innanzi tutto, una definizione che ho trovato molto interessante è questa:

il Karma ha a che fare col nostro futuro, più che con il nostro passato: è il percorso evolutivo che abbiamo scelto come Spiriti sulla base, sia delle esperienze passate, sia degli obiettivi evolutivi che ci siamo proposti.

Generalmente, si pensa al Karma come ad una sorta di sistema di punizioni-ricompense.

La parola, etimologicamente, significa “azione”, per cui, si è sviluppata l’idea che si tratti di una azione che è conseguenza di un’altra azione.

E si ritiene spesso che sia legato a questo significato, anche il concetto morale: se fai il bene, ti torna il bene, se fai il male, ti torna il male.


Forse non c’è un solo Karma

Sulla base di tutto quello che ho letto e studiato, mi sono fatta l’idea che ci siano due dimensioni differenti del Karma: una è quella dell’Anima, e l’altra è quella dello Spirito.

Per quanto concerne la prima, è necessario prendere in considerazione il funzionamento dell’Anima e le sue regole.

Nell’Anima si formano i legami profondi, quelli creati dall’amore, dal dare la vita e dal dare la morte.

Quindi è nell’Anima si determinano anche i debiti e i crediti che si possono contrarre tra una vita e l’altra.

Se ti interessa l’argomento, puoi leggere qui: L’Anima e lo Spirito

Debiti e crediti visti non come punizioni o ricompense, ma come necessità stesse dell’Anima, che ha bisogno di ristabilire l’equilibrio spezzato da certi comportamenti.

E questo equilibrio può essere trasferito anche da un’esistenza all’altra, se non “si fa in tempo” in quella attuale, per svariati motivi e circostanze sfavorevoli.

Per quanto concerne lo Spirito, il discorso cambia un po’, in quanto per lo Spirito “tutto è perfetto così com’è”.

Ogni azione, ogni comportamento, ogni emozione, e ogni essere vivente, dunque, è perfetto così com’è.

Lo Spirito è meno avvinto dalle vicende umane in sé, mentre è più coinvolto dall’esperienza.

E’ qui, sulla Terra, per fare esperienza e imparare, e qualunque cosa può essere di stimolo per lui, perché il suo scopo è evolvere, e lo fa imparando.

Questo è il suo progetto Karmico, e qui il significato della parola è assunto in pieno: azione.

L’Anima, invece è molto implicata nelle vicende umane, ne è parte attiva e si trova personalmente coinvolta con le questioni personali, famigliari e universali.

Per ognuno dei tre ambiti può contrarre degli “obblighi” relativi al mantenimento e al ristabilirsi dell’equilibrio e dell’armonia.


La questione del bene e del male

Per lo Spirito, bene, male, tempo, spazio, sono parametri validi solo qui sulla Terra; nelle altre dimensioni, o, meglio, nelle alte frequenze vibratorie, queste cose non hanno molto senso.

Per lo meno, non hanno il significato che gli attribuiamo noi incarnati.

E quindi, non ci sono azioni “cattive” o “buone”, ma solo esperienze tipiche e particolari che conducono a determinati apprendimenti.

Le cose che veramente desidera lo Spirito quando decide di incarnarsi, sono: essere Sé Stesso, conoscere sé stesso, esprimere sé stesso e imparare per evolvere, come comunità di Spiriti.

Non si deve dimenticare, inoltre, che è proprio il male che ci viene fatto quell’elemento in grado di scatenare i maggiori apprendimenti e le più grandi evoluzioni.

Dunque, si tratta proprio di “male”, o lo definiamo così solo perché i suoi effetti su di noi fanno emergere prevalentemente dolore, rabbia e paura?

Ma non sono proprio queste le emozioni che più di ogni altra ci fanno crescere e cambiare?

Quindi, che senso avrebbe parlare di Karma negativo se nel momento in cui faccio del male ad un’altra persona, in realtà le sto offrendo un’opportunità di risveglio?

Io parlerei solo di equilibrio, non di negatività.


Conclusioni

Se sviluppiamo le capacità dello Spirito, e restiamo connessi con la sua energia e la sua consapevolezza, riusciamo a vivere anche il dolore in modo che sia solo un’esperienza, e non una catastrofe che si avventa di di noi.

Confidare nel Karma per cercare di sentirsi garantiti dell’esistenza di una “giustizia” da qualche parte, non si rivela una cosa utile, a mio avviso.

Questo significherebbe, secondo me, che non si comprende quale sia lo scopo di una certa esperienza per noi, restando ancorati al rancore.

Né si accetta l’esperienza per quanto ci può insegnare, che è quanto, invece, interessa al nostro Sé Spirituale.

Mi sto sempre più rendendo conto, che per lo Spirito le esperienze sono davvero solo esperienze.

Se è necessario soffrire ancora per le stesse cause, non importa, perché è lo scopo ultimo, la cosa importante.

E questo scopo è un’evoluzione tale di tutta l’Umanità da consentire allo Spirito di incarnarsi per vivere veramente la sua stessa dimensione qui sulla Terra.



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