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Alcune interessanti ricerche neurofisiologiche hanno scoperto nel corpo umano altri due cervelli, oltre a quello contenuto nella scatola cranica.
Uno conosciuto dai più come “somatico” e l’altro, situato nel cuore.
Il “secondo” cervello
Il Dr. J. Andrew Armour, Neuro-cardiologo all’Università di Montreal, nel 1991, in seguito alle sue ricerche, scoprì nel cuore un sistema nervoso complesso.
Questo è composto da 40.000 neuroni, un piccolo cervello che funziona in modo autonomo rispetto all’encefalo.
Tale complesso neuronale, produce un buon numero di sostanze tra ormoni e neurotrasmettitori, e possiede un campo elettro-magnetico molto potente.
E’ il più potente generatore di energia elettromagnetica del corpo, producendo un campo che agisce all’esterno della persona fino a due metri e mezzo/tre di distanza.
Gli studi hanno rilevato che la variabilità del battito cardiaco influisce notevolmente sul funzionamento dell’encefalo.
Inoltre, la comunicazione CUORE – CERVELLO è molto più intensa e rilevante di quella diretta in verso opposto CERVELLO – CUORE.
Il “terzo” cervello
Il Dr. Michael Gershon, uno dei padri della neuro-gastroenterologia alla Columbia University, nel 1998, scoprì nei tessuti dell’intestino, dell’esofago e dello stomaco un gruppo organizzato di 500 milioni di neuroni, una grandezza paragonabile alla grandezza del cervello di un gatto.
Tale gruppo di neuroni è esattamente identico ai neuroni del cervello e funzionano allo stesso modo.
Questo cervello invia e riceve segnali diretti sia dalla testa che dagli altri organi.
Produce una notevole quantità di ormoni: il 95% della serotonina prodotta dal corpo, proviene da questo cervello.
Il comportamento dei tre cervelli
I tre cervelli comunicano costantemente tra loro, ma spesso non sono sincronici, e mandano segnali diversi tra loro.
Allo stato attuale si svolgono ricerche ed esperimenti, in particolar modo in Australia (Grant Soosalu e Marvin Oka), per cercare i fattori che possono favorire la sincronizzazione dei tre cervelli.
La loro sincronizzazione favorisce lo sviluppo di attività superiori, quelle da sempre definite para-normali o sensitive.
Le doti extra-sensorie, non hanno proprio nulla di extra: appartengono potenzialmente a tutti gli esseri umani.
Se così non fosse, non sarebbe sufficiente allenarle attraverso esercizi specifici, per poterle sviluppare, in quanto non presenti in potenza.
E’ un’esperienza molto comune quella della visione interiore.
Ciò che viene definito chiaroveggenza, ha inizio con le visualizzazioni: succede a tantissimi tra noi, senza che ci facciamo caso.
Tutte le volte che vediamo delle immagini nella mente, stiamo usando il famoso Terzo Occhio.
E’ vero, sapere ciò che accadrà, o vedere cose accadute in altre epoche, sono questioni differenti.
Ma per fare queste cose, le tecniche regressive stanno producendo risultati interessanti, e forse è solo questione di tempo.
Così quelle che vengono definite chiaroudienza, chiaro sentenzia, chiarocognizione, non sono altro che sensazioni che vengono sperimentate da chiunque.
C’è un udito interiore, come se qualcuno ti parlasse da dentro.
C’è un “tatto” interiore, come se si venisse toccati da dentro (sensazioni che si sperimentano in uno stato di profondo rilassamento e di benessere).
Ci sono le “intuizioni”, i “lampi nella mente” che ispirano nuove idee.
E capita a tutti, di ricevere tali ispirazioni, almeno una volta nella vita.
I Tre Cervelli e il concetto di Spiritualità
Personalmente, ritengo che Fede e Spiritualità siano funzioni cognitive della Mente Superiore.
Con Mente Superiore intendo il risultato della sincronizzazione armonica dei tre cervelli del corpo umano.
Se vuoi ho scritto un articolo su questo argomento: Cosa sono la Fede e la Spiritualità?
Sviluppando la Mente Superiore, avremmo a disposizione anche l’uso di queste così dette doti para-normali.
Sono convinta, così come dimostrano alcune ricerche, che potremmo attivare altre capacità come quelle telepatiche, per esempio.
Diversi esperimenti hanno dimostrato come quando più menti sono sulla stessa lunghezza d’onda, viaggiano all’unisono.
In uno di tali esperimenti, per esempio, due soggetti, legati da una buona amicizia, sono stati fatti accomodare in due locali differenti, non comunicanti tra loro.
Ad uno dei due, vennero mostrati degli stimoli volti a suscitare emozioni.
Misurando con un poligrafo l’attività cerebrale di entrambi, si scoprì che anche il cervello del soggetto non sottoposto ad alcuno stimolo reagiva allo stesso modo di quello del suo amico.
Gli sperimentatori, Jacobo Grinberg-Zylberbaum e collaboratori, dell’Università del Messico, misero in relazione questi risultati con la telepatia.
E chissà, forse con un buon allenamento, ognuno di noi potrebbe anche sviluppare al massimo la capacità di “vedere” in una busta chiusa.
O quella di vedere in un’altra stanza o a distanza, o “sentire” avvenimenti che stanno per verificarsi.
D’altronde, sappiamo che ci sono persone che lo fanno già, anche se non sono infallibili.
Il fatto che sbaglino a volte, non annulla le volte in cui, invece forniscono risposte esatte e sorprendenti.
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