affrontare il cambiamento

Come affrontare il Cambiamento

 

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Come affrontare il cambiamento, visto che anche quando lo desideriamo, ne abbiamo paura?

Viviamo il cambiamento non solo come qualcosa di destabilizzante, ma addirittura come una cosa pericolosa per la nostra incolumità.

 

Il Cambiamento: un pericolo per la mente inconscia

La paura di cambiare è una disposizione istintiva della mente, dettata dalla necessità della sopravvivenza e dal difendersi dai pericoli, ma è anche una difesa molto arcaica, che deve essere aggiornata alle nuove necessità evolutive raggiunte dall’umanità.

E’ necessario passare dal funzionamento automatico della mente, che ci fa mettere in azione comportamenti e pensieri prefissati e istintivi, ad un funzionamento consapevole, che permette di scegliere i propri comportamenti.

Ci sono, poi, alcuni aspetti di noi che siamo estremamente reticenti a cambiare: li trattiamo come se fossero parti di noi, che ci rappresentano, e senza le quali perderemmo la nostra identità.

 

Cambiamento e Carattere

Li chiamiamo “carattere”, e consideriamo quest’ultimo come stabile e definito.

Il carattere in realtà non esiste: si tratta solo di una serie di misure difensive, che si sono strutturate secondo un determinato schema, e tendono a mantenere il sistema in omeostasi, in equilibrio.

Il vero Sé è flessibile, non rigido; per cui, quando ci “affezioniamo” a certi aspetti di noi, al punto da non volerli nemmeno mettere in discussione, allora, lì dovremmo porre la nostra attenzione.

 

Quali sono le paure

Cambiare è una cosa naturale, che avviene al di fuori del nostro controllo

Ma noi tendiamo ad opporci a tale tendenza naturale.

La mancanza di accettazione del cambiamento, anche se non può fermare l’evoluzione naturale, ne blocca l’energia a livello psichico.

I questo modo, si evitano o ritardano gli effetti benefici che di solito i cambiamenti hanno.

Alcune persone, si convincono che non cambiano per non danneggiare altre persone.

Cioè si pensa che non cambiare sia il bene dell’altro.

Ma questa è un’idea distorta, oltre che una difesa personale.

E riguardo al bene altrui, è necessario comprendere una cosa: ci sono persone che si danno molto da fare per fare il bene dell’altro, ma:

1) è già molto complicato sapere qual’è il proprio vero bene, figuriamoci se è possibile conoscere quello altrui;

2) ognuno dovrebbe pensare a fare il proprio vero bene, anche quando desidera il bene altrui: fare il proprio vero bene, è sempre anche fare il bene altrui.

Un’altra resistenza al cambiamento riguarda il modo in cui guardiamo al futuro.

Quando si pensa al futuro, si fa in realtà una proiezione nel futuro del presente, perché il futuro, non esistendo ancora, non può semplicemente essere pensato.

Questa proiezione, non aiuta, ad accettare favorevolmente il cambiamento, la maggior parte delle volte, anzi.

Ciò che si pensa in questi casi è: meglio un male che conosco già rispetto ad uno nuovo.

Ma l’unica cosa vera, riguardo al futuro, è che non abbiamo né possiamo avere alcuna idea di qualcosa che non abbiamo ancora vissuto, e soprattutto che non è ancora stata creata.

 

La mente crea la realtà

Bisogna, secondo me, fare attenzione, a come usiamo la mente.

Infatti è vero che la mente crea la realtà, e più si persevera nel comportamento automatico, più si contribuisce a creare un futuro speculare al passato e al presente.

Se vogliamo cambiare la nostra vita, dobbiamo cambiare necessariamente cambiare il nostro modo di pensare e di parlare.

 

Aiutarsi ad affrontare il cambiamento

Per quanto concerne il come ci si aiuta ad accettare il cambiamento, la strada che posso indicare io riguarda molto l’uso di tecniche che aiutano un rilassamento profondo.

Tra queste ci sono: il respiro consapevole, le tecniche usate in PNL, la Sofrologia, il Training Autogeno, lo Yoga.

Non ce ne sono di migliori, ma secondo me ce ne sono di più comode.

Per esempio: il respiro, la Sofrologia e la PNL, perché sono trasportabili nella quotidianità, non necessitano di tappetini, posizioni particolari e porzioni di tempo determinate e magari difficili da trovare.

Personalmente, io pratico e insegno proprio queste.

Comunque, una volta scelta la tecnica preferita, è necessario praticarla, praticarla, praticarla.

 Così si impara a rallentare i propri processi mentali, permettendosi di scegliere il comportamento migliore in ogni occasione.

L’altra cosa fondamentale, secondo me, è conoscere il cervello del cuore, ma per questo argomento ti rimando all’articolo dedicato I Tre Cervelli del Corpo Umano o ad un prossimo episodio del Podcast.

 

 

 

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