Dea o Dio? O forse entrambi?
Perché questa domanda?
Perché il femminile, nella spiritualità, quasi non esiste.
Lo avete notato che tutti i Grandi Maestri spirituali sono maschi?
E anche Dio è maschio.
Non mi interessa che si dica che è un maschile che comprende il femminile, o che il femminile è sottinteso, oppure che è un maschile colmo di qualità femminili.
In una società ancora così vergognosamente maschilista, com’è quella in cui viviamo, non ci si può permettere di dare certe cose per scontate o sottintese.
Vanno esplicitate e sottolineate.
Dea o Dio: come definire i Divino?
Non esiste però alcuna parola umana che possa comprendere entrambi gli aspetti del Divino, che necessariamente devono essere due e opposti.
Il Tutto è un uno che in sé è già due: infatti è così che il Divino ha rappresentato sé stesso in noi: nei due sessi opposti, che devono necessariamente esistere entrambi, con pari dignità.
E questo perché di fatto è così che funziona la creazione della vita, almeno su questo Pianeta.
Il dualismo è la porta del pluralismo: solo da due opposti può nascere il tre e quindi la vita.
Il dualismo non va confuso con il dicotomico.
Quest’ultimo significa “o io o tu”, mentre il pluralismo è “sia io che tu” insieme e contemporaneamente.
Sono due concetti totalmente differenti.
Dunque è necessaria una spiritualità che espliciti senza ombra di dubbio questa realtà.
Né, dunque, un Dio senza una Dea, né una Dea senza un Dio.
Quindi, come mai solo i maschi sono Grandi Maestri, c’è qualcosa che manca.
Non sembrerebbe corretto, dal punto di vista spirituale negare una parte fondamentale dell’Essere, proprio di quell’Essere che si dice di voler rappresentare.
Serve un DioDea, o una DeaDio, palese e formalmente riconosciuta come tale, altrimenti, anche la spiritualità alla quale alcuni di noi si votano, resta pericolosamente incompleta.
E…maschilista.
Il Divino e il sesso
Gesù è maschio, Maometto è maschio, gli Apostoli sono maschi, quasi tutti i Santi sono maschi (non tutti però, e questo è un bene).
L’unica esistenza del femminile, Elevato a Divino, nel Cattolicesimo, è la Vergine Maria.
Non è sufficiente, in quanto a Maria è stato tolto il Suo Potere Sessuale, una parte fondamentale della Sua Essenza.
È irricevibile.
La sessualità è potere di vita e di morte insieme, e forse non c’è nulla di più sacro.
Per questo sarebbe importante cominciare a pensare alla sessualità anche in termini spirituali, anziché usarla con così troppa superficialità.
Se desideri approfondire, puoi leggere qui: La Sessualità, oggi. Io ne parlerei! e Sessualità e Spiritualità
La Dea deve avere tutto il Suo potere creativo, così come deve averlo il Dio.
Altrimenti, c’è qualcosa che manca.
C’è qualcosa che non va.
Se si desidera si può sottovalutare la questione, naturalmente, ma per me è decisamente importante.
Dea o Dio: esiste davvero?
Pensiamo un attimo alla creazione e ai legittimi dubbi che possiamo avere al riguardo.
Dalla meccanica quantistica, allo stato attuale delle conoscenze, e se non ho frainteso, sappiamo che i “quanti” per potersi organizzare in una forma definita, hanno bisogno di un’intenzione o di un modello.
Ma il modello, presuppone comunque un’intenzione.
Prova ne sarebbe, per esempio, l’esperimento fatto con una molecola di DNA, inserita in un ambiente fatto ad hoc, nel quale c’erano un certo numero di quanti fino a quel momento disorganizzati e orbitanti nello spazio a loro disposizione.
Ebbene, l’introduzione nel loro ambiente della molecola di DNA, ha comportato lo strutturarsi dei quanti seguendo il modello, ed hanno riprodotto la molecola di DNA, mantenendo questa organizzazione anche dopo che la molecola di DNA era stata estratta dal loro ambiente.
Dunque, l’avevano ricreata e mantenuta consolidandola.
Noi siamo, in un certo modo, come quei quanti.
Abbiamo seguito un certo modello, durante la nostra evoluzione da organismi unicellulari a esseri umani.
Abbiamo “obbedito” ad un’intenzione.
Se non fosse così, non saprei proprio che altra spiegazione dare.
Questa intenzione, che spesso viene chiamata “Dio”, ci dice anche che per poter far nascere la vita sulla Terra, è necessaria l’unione degli opposti.
Né solo maschi, né solo femmine, ma entrambi, specifici, definiti e chiaramente espressi.
Non c’è nulla di sottinteso.
O di talmente compreso nell’altro, da giustificare la mancata presenza di uno dei due.
Nel mondo della spiritualità, sono quasi tutti maschi, che parlano in modo inequivocabile di un Dio maschio.
Non mi pare affatto corretto.
Dea e Dio: le Leggi dell’Anima
Ciò detto, passo a chiedermi come mai sia così.
La mia intenzione non è quella di fare del sessismo o di recriminare trovando colpevoli.
Desidero solo sollevare la questione.
Da Hellinger sappiamo che nell’Anima una delle sue leggi è: “la donna segue l’uomo e l’uomo serve la donna”.
Questa frase va presa tutta insieme, non divisa.
È come fosse una parola unica: è importante segnalarlo.
Ci sono state molte polemiche di tipo “femminista” riguardo la prima metà della frase.
Ma da sola, quella frase non è completa, e non chiarisce i termini del pensiero di Hellinger.
Premesso, naturalmente, che io credo a Hellinger.
L’ho sempre visto e sentito non solo più grande di me, ma anche molto connesso, in comunione con l’Oltre, e sempre le sue parole si sono dimostrate vere nella realtà.
È possibile che Gesù, ad esempio, rispondesse proprio a questa legge, come forse gli altri Grandi Maestri?
Dunque, che, obbedendo alle leggi dell’Anima, Gesù sapesse di avere come ruolo quello di “portare fuori, nel mondo” la Parola Divina, e al contempo, sapesse di servire la donna, favorendo il suo ruolo, quello della cura più puntuale e capillare?
Se così fosse, comunque, purtroppo non ce n’è alcuna testimonianza.
E io trovo che questa sia una grande mancanza, da parte di tutti i Grandi Maestri.
Avrebbero dovuto esplicitare con maggior forza la pari dignità e importanza di entrambi i sessi, come testimonianza del Divino.
Nella nostra società, il comportamento di Gesù, è stato determinante al mantenimento di una cultura sessista.
Quando chiami “Padre” il Divino, è naturale identificarlo al maschile, creando un Mondo maschilista, senza soluzione di continuità.
È possibile che i Maestri siano maschi, perché è l’uomo che, nell’Anima, ha il compito di “portare nel mondo” la donna e i figli, in tal modo servendoli e aprendo loro la strada.
È la stessa cosa che fa, o dovrebbe fare, il padre con la sua famiglia.
Ma questa cosa non è stata dichiarata apertamente.
E questa, inoltre, è una Legge dell’Anima, che non può essere tradotta in senso sessista.
Non si tratta in alcun modo di superiorità o inferiorità dell’uno rispetto all’altro, ma di una parità diversificata in quanto ci sono ruoli specifici per entrambi.
Un’altra possibile spiegazione
Un’altra spiegazione del perché tutti i Grandi Maestri siano maschi, potrebbe essere per riscattare il loro sesso da tutta la violenza che da sempre impongono all’umanità.
Tutte le società “maschiocentriche” sono violente, intolleranti, razziste, sessiste, razionaliste e materialiste all’estremo e vivono sotto l’egida della paura.
Fomentano la cultura del disprezzo e della squalifica, e facilmente privano le persone della loro libertà.
Solo altri maschi potrebbero portare un po’ di equilibrio all’interno della loro stessa categoria, per tentare di risarcire il Mondo e l’Umanità di tutta questa violenza.
Non che i maschi si partoriscano da soli, naturalmente.
Una società “maschiocentrica” è creata all’unisono sia dagli uomini che dalle donne che la avvallano.
Non sto dando la colpa ai maschi, ma al “maschiocentrismo”.
Come la Società ha frainteso i ruoli
Da noi il maschilismo è tutt’altro che risolto, per questo sollevo la questione.
Ed è così, secondo me, anche perché non ci si è minimamente soffermati a comprendere l’Anima e le sue Leggi, che sono state, invece, sostituite con le nostre umane, spesso troppo rigide e superficiali.
Così, l’intero sistema, politico, economico e spirituale, ha frainteso il messaggio, creando delle dottrine incomplete, sessiste, razziste, rigide, che giungono a dei paradossi interni senza mai poterli risolvere.
Potremmo cominciare a dare significati più veri alle cose, uscendo dalle logiche degli ideologismi astratti che creano miti, ma non realtà da vivere.
È abbastanza inutile pensare razionalmente alla giustezza o meno di un’idea.
Per rendere onore a un’idea e sopratutto per poterla vivere nella realtà, è necessario comprenderla nel profondo, anche nei suoi significati spirituali.
Ovviamente, è possibilissimo che i ruoli assegnati ai due sessi possano evolvere onde poter meglio rappresentare la completezza del Divino che rappresentano.
Quindi, dovrebbe succedere che sempre più emergano Grandi Maestre a fianco dei Grandi Maestri, delle Illuminate, accanto agli Illuminati.
Ma credo anche che, affinché questo accada, la questione debba essere vista, riflettuta e compresa più a fondo.
Solo in questo modo può portare a cambiamenti profondi.
Solo così possiamo evolvere come Esseri Umani.
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