L'Autostoma

Come recuperare l’autostima



Come recuperare l’autostima in 7 semplici domande

E’ possibile recuperare l’autostima?

Ho elaborato una piccola lista di 7 domande, che potrebbe esserti utile.

Innanzi tutto, dobbiamo chiederci: cos’è l’autostima?

Una possibile risposta è: il modo in cui stimiamo noi stessi, che a sua volta è condizionato dal modo in cui ci vediamo.


Autostima: come ci vediamo

Il modo in cui ci vediamo comprende sia

  • Punto a) ciò che pensiamo di noi, nei vari momenti della giornata e di fronte alle diverse situazioni;
  • Punto b) l’immagine che i nostri occhi vedono quando ci guardiamo allo specchio.

Punto a)

Quello che pensiamo di noi cambia, in genere, a seconda di quello che ci succede e a cui noi reagiamo.

Se ci piace la nostra reazione, pensiamo bene di noi; se non ci piace il nostro comportamento, pensiamo male.

Spesso ai nostri occhi “dobbiamo” essere “perfetti”, e proviamo una sorta di “panico” di fronte ai nostri errori e a quei comportamenti che ci sembrano brutti.

E non cerchiamo quasi mai di comprenderli, ma li giudichiamo immediatamente.

Allo stesso modo, spesso tendiamo a trattare gli altri, con la stessa durezza e rigidità.

Altre volte, al contrario, rifiutiamo la responsabilità del nostro comportamento, e proiettiamo sugli altri i nostri errori.

In questo modo, cerchiamo un capro espiatorio, pur di evitare di assumerci la responsabilità delle nostre azioni e/o comportamenti.

Entrambe queste due tipologie di reazioni-bisogni sono solitamente dettate dalla paura di perdere l’affetto e la stima di chi ci circonda, e in particolare dei nostri genitori.

Queste reazioni, infatti, sono stili difensivi che abbiamo costruito quando eravamo molto piccoli, tra i 3 e i 5 anni.


Punto b)

Spesso l’immagine che i nostri occhi ci rimandano quando ci guardiamo allo specchio è condizionata da come ci sentiamo quel giorno o in un determinato periodo della nostra vita.

Ho spesso l’impressione di essere diversa da quello che dicono i miei occhi.

Infatti, se mi impongo di fare un’analisi approfondita di ciò che vedo, isolando la mia mente da ogni giudizio preventivo, l’immagine cambia, a volte, anche di molto.

Se volete, potete fare voi stessi la prova.

Se vuoi approfondire puoi leggere qui: I Tre Cervelli del Corpo Umano


Recuperare l’Autostima: 7 semplici domande

A questo punto, per poter recuperare una buona autostima, si può tentare di porsi le seguenti domande:

  • Sono davvero sicuro/a di perdere l’affetto dei miei cari se sbaglio? Mi abbandoneranno e rimarrò solo/a se non faccio tutto alla perfezione?

Questo pensiero si forma molto presto nella vita, e rimane inconsapevole, se non lo si va a cercare dentro di sé.


  • Perché io non ho la possibilità di imparare sbagliando, come fanno gli altri? Anzi, come faccio a imparare e a crescere se non sbaglio? Come mi comporto io veramente di fronte ai miei errori?

Un conto è se sbaglio ma imparo e correggo il mio comportamento, altro è se non mi impegno, non imparo nulla e rimango sempre uguale.


  • Sono davvero così critico/a nei confronti degli altri? Li giudico, li disprezzo, li squalifico e penso sempre di essere comunque meglio io? Perché ho bisogno di fare così?

Che cosa cambia se non giudico nessuno, né me né gli altri e resto tranquillo/a vivendo e lasciando vivere, permettendo sia a me stesso che agli altri di sbagliare ed essere “imperfetti”?


  • Cosa penso veramente di me? Quali sono le mie caratteristiche particolari, le mie risorse, le mie capacità?

Non serve andare alla ricerca di chissà che.

Qualsiasi siano le caratteristiche che ci vengono in mente, anche se sembrano banali o uguali a quelle di tanti altri, noi le abbiamo sapute usare, e le usiamo ancora, in modo molto personale, ed è questo che ci interessa scoprire.

Imparare ad avere una certa consapevolezza delle proprie caratteristiche è molto importante, ma alcuni non riescono ad individuarle facilmente.


  • Quanto sono disposto a perdonarmi quando sbaglio?

Un suggerimento: quando capita di sbagliare qualcosa, un gesto, un comportamento o altro, e iniziamo a sentire la disistima assalirci, facciamo un passo indietro, anche fisicamente, magari visualizzando la situazione appena vissuta, respiriamo e chiediamoci:


  • A cosa mi serve questo errore?

Gli errori sono quelle cose che ci servono per capire alcuni aspetti della situazione che stiamo vivendo e di noi stessi.

Non sono altro che questo.

Nella nostra società ci hanno cresciuti convincendoci che sbagliare è grave e non si deve farlo, ma è un’assurdità.

Gli errori sono indispensabili passi avanti attraverso i quali veniamo messi in grado di correggerci e ri-orientarci nella giusta direzione.

Prima smettiamo di giudicare noi stessi e gli altri, prima cominceremo a camminare verso la nostra felicità.


  • Perché questa cosa è capitata adesso e non prima o dopo?

Questa, in verità, è forse la più difficile tra le domande: non è detto che la risposta sopraggiunga subito o in breve tempo.

A volte, infatti, occorre che i tempi maturino un po’ prima che riusciamo a capire perché quello, e solo quello, era il momento giusto perché avvenisse una determinata cosa.

Comunque, è bene sapere che anche il momento in cui qualcosa avviene, non è casuale, ma ha una sua  ragione d’essere.


Conclusioni

Queste sette domande, sono importanti per uscire dai soliti schemi, quelli che scattano in automatico.

Se ci si concentra nel tentativo di trovare delle risposte, cambia completamente sia la percezione di sé stessi, che quella degli altri e della realtà.

Non è detto che l’autostima salga immediatamente a valori record, ma la vita comincia a cambiare lentamente, mentre ogni cosa che la caratterizza acquista un senso e un significato compiuti.

Assumersi la responsabilità dei propri “errori” rende forti.

E’ una forza profonda, che non ha bisogno di essere esercitata, ma solo vissuta.

Inoltre, si comincia a percepire sé stessi come persone che hanno il diritto di esistere per ciò che sono e per come si sentono e non per quello che altri vorrebbero.



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